Negli ultimi giorni, parlando di Ius Scholae, ho fatto più volte riferimento alla libertà. Mi è stato chiesto, però, cosa c’entri la libertà con il tema del riconoscimento della cittadinanza. Bene, sono grata della domanda: in realtà si tratta di un concetto assai semplice, ma se a qualcuno sfugge il nesso, allora sarà bene spendere qualche parola in più.
Si potrebbe partire da un principio generale, secondo il quale qualsiasi riconoscimento di un diritto ha a che vedere con la libertà. Non a caso i giuristi dicono: solo se siamo servi della legge possiamo essere liberi. Ma voglio essere meno generica ed entrare nello specifico del tema della cittadinanza.
Riconoscere la cittadinanza italiana a persone che manifestano con determinazione e continuità l’intenzione di essere a tutti gli effetti parte integrante della nostra comunità nazionale ha molto a che vedere con la libertà. Questo perché formalizzare la cittadinanza italiana di chi vuole e può (perché ne ha i requisiti) essere italiano produce inevitabilmente un’Italia più integrata, ordinata, solidale, sicura, ricca e giusta. E credo che in alcun modo si possa immaginare una libertà che non abbia tutte queste caratteristiche.